sabato 31 marzo 2007

Omosessualità/4 - Regole di continuità

"Al cuore della controversia sull'omosessualità ci sono alcuni oggetti microscopici: le sequenze di proteine che costituiscono i nostri geni. Due questioni genetiche sono rilevanti ai fini della nostra comprensione dell'omosessualità. Primo: i geni hanno un ruolo nel determinare l'orientamento sessuale? Secondo: se i geni aiutano a determinare l'orientamento , creano effettivamente due distinti tipi di orientamento - gay, ed etero, come pensa la maggior parte di noi - o creano invece un continuum di orientamento sessuale?
Una serie di ricerche suggerisce che i geni abbiano un ruolo nell'omosessualità. NESSUN risultato è conclusivo, ma studi condotti su gemelli allevati insieme o separatamente e su alberi genealogici familiari suggeriscono, almeno per i maschi, che più sono i geni condivisi con un parente omosessuale, maggiori sono le probabilità di essere omosessuale: il tipico segno di una caratteristica genetica.
Più interessante ai nostri fini è la questione di un continuum. Qualche volta, per esempio nel caso del colore degli occhi, i geni creano caratteristiche discrete. Ma per molte carateristiche, come l'altezza o l'ampiezza della testa, i geni creano continuità. Se è vero che molti credeno che "etero" e "gay" siano categorie definite, ci sono prove decisive del contrario: e questo ha implicazioni importanti sul modo in cui comprendiamo le controversie che circondano l'omosessualità.
Da quando lo zoologo Alfred C. Kinsey pubblicò i risultati dei sui studi sulle pratiche sessuali degli stati uniti, è emerso chiaramente che la gente non è divisa in "due popolazioni discrete, eterosessuali e omosessuali...il mondo vivente è un contiuum in ogni suo aspetto". Una recente presa di posizione dell'American Academy of Pediatrics e di otto altre organizzazioni nazionali si è trovata d'accordo sul fatto che "l'orientamento sessuale poggia su un continuum". In altre parole, l'attrazione sessuale non è un concetto tutto bianco o tutto nero,e le etichette "etero" e "gay" non ne rendono la complessità.
Per ovvie ragioni evolutive, la maggior parte di noi è propensa a preferire partner di sesso opposto: perchè queste relazioni generano figli, permettendo la prosecuzione della specie. Ma alcuni - probabilmente tra il tre e il sette per cento delal popolazione - sono attratti esclusivamente da membri dello stesso sesso, e molti sono nel mezzo. Se i geni di una persona la collocano vicino a una delle due estremità di ciò che definisco il "continuum dell'orientamento sessuale", lui o lei quasi sicuramente non diventerà mai omosessuale. Se invece i geni la collocano all'altra estremità della curva, quasi sicuramente non potrà diventare etero, o perlomeno non un eterosessuale felice. Ma se un soggetto è più o meno nel mezzo, l'ambiente può essere un fattore decisivo, specialmente quando la persona è giovane. Dato che la società favorisce l'orientamento etero, nella strgrande maggioranza dei casi lo spostamento sarà verso l'eterosessualità.
Il modo in cui la sessualità si manifesta è misteriosamente simile al processo per cui si diventa destrimani o mancini. Potrebbe sembrare contrario al senso comune, ma gli studi scientifici indicano che i geni giocano un ruolo relativamente ridotto nel determinare il mancinismo. La sua ereditarietà -una stima di quale quale proporzione della variabilità di un tratto possa essere attribuita ai geni - è solo lo 0,32 irca, confrontata con, per esempio, 0,84 per l'altezza e 0,95 per la larghezza dela testa.
Allora perchè più del 90 per cento della popolazione usa la mano destra? E' quella "spinta" culturale ancora all'opera. Influenze più o meno sottili fanno in modo che i bambini preferiscano la destra, e la flessibilità che avevano quando erano piccoli va persa durante la crescita. Nonostante comunque possano usare la mano sinistra, il loro destrismo diventa così radicato che troverebbero difficile, se non impossibile, diventare mancini.
Alcuni studi - condotti dallo psicologo Micheal Bailey della Northwestern University, da Micheal King dello University College di Londra e altri - suggeriscono che l'eredeitarietà dell'omosessualità non sia molto più elevata di quella del mancinismo: forse dal 25 al 50 % circa per i maschi e qualcosa di meno per le femmine. Questa scoperta solleva una questione intrigante: se fossimo allevati in una cultura genuinamente neutrale, che tipo di orientamento sessuale esprimeremmo? Benchè sia improbabile che la metà di noi finisca per essere gay, è chiaro che in assenza di pressioni sociali una proporzione molto più vasta della popolazione di quanto vediamo ora manifesterebbe la propria omosessualità.

1 commento:

Yarla84 ha detto...

Che palle questi blog! Sempre uguali a se stessi, ma mettici due culi e vedi come tutto si movimenta!
E qui mi rivolgo anche a Ciccio!