domenica 4 marzo 2007

Il cacciatore di fantasmi



"E se le radici del soprannaturale fossero biologiche, frutto di una particolarità del nostro cervello? Ne è convinto Micheal Persinger, direttore del Consciousness Research Laboratory della Laurentian University, in Canada, secondo il quale il cervello umano può essere influenzato dai campi elettromagnetici, sia quelli naturali sia quelli artificiali, che indurrebbero allucinazioni e, specificamente, la sensazione di presenze invisibili.
Persinger iniziò a occuparsi dell'argomento negli anni settanta, indagando sulla correlazione tra i resoconti di apparizioni di fantasmi e fenomeni come i terremoti o l'attività del vento solare, che influisce sul campo magnetico terrestre. Le sue ricerche ebbero un esito positivo. E non solo: altri studi di Persinger, poi replicati più volte in diverse parti del mondo, hanno permesso di appurare che nelle case ( e naturalmente nei castelli...) "abitate" da fantasmi si rilevano variazioni, piccolissime ma misurabili, del campo magnetico.
Una volta individuato un rapporto tra fenomeni paranormali e attività geomagnetica, Persinger passò a occuparsi dei campi magnetici prodotti da apperecchiature come i ripetitori radiotelevisivi, ottenendo di nuovo un esito positivo.
Da qui a replicare "artificialmente" l'esperienza paranormale il passo è stato breve. Oggi nel laboratorio di Persinger c'è una stanza insonorizzata con una poltrona e un "elmetto da fantasmi", una specie di casco che, effettuando quella che in linguaggio tecnico si chiama "stimolazione transcranica" ( e che in altri settori è impiegata come strumento terapeutico), induce la percezione di presenze invisibili. Quanto alla ragione per cui questo accade, Persinger ritiene che l'esposizione ai campi elettromagnetici provochi micro convulsioni cerebrali analoghe a quelle dei malati di epilessia. Che a volte infatti possono sperimentare apparizioni allucinatorie."

Per approfondire:
http://www.cicap.org/articoli/at101253.htm
http://www.ecn.org/nautilus/altrove9.html

Nessun commento: