lunedì 30 novembre 2009

Lettera ad una bimbaminkia fascista

Qualche tempo fa commentai un video di Mussolini postato su youtube da una quindicenne e commentai apostrofandola come bimbaminkia fascista. Lei mi rispose con un stizzito:

"ma te sai cos'è una bimbominkia?"

Questa fu la mia risposta:

"Certo. In primo luogo sono quelli che stuprano la nostra lingua italiana con k, abbreviazione e cinquecento punti esclamativi. Caratterizza anche una certa aspirazione romantica di taluni giovani adolescenti convinti in qualche modo di essere speciali, diversi dagli altri e, spesso, di possedere una visione del mondo superiore a quella degli adulti. Va da sé che questo succede solo nei racconti ( o film, o musica ) che gli adulti scrivono appositamente per questi ragazzi, come nei libri della Mayer. Nella realtà sono solo dei ragazzini con delle vite, il più delle volte, banalmente straordinarie ( sono banali perché sono accadute, accadono e accadranno a milioni di altri ragazzi in giro per il mondo, straordinarie perché portano con sé la propria straordinaria individualità ). I bimbominkia, più del ragazzini "normali"( inteso in termine statistico, cioè diffuso maggiormente nella popolazione ), tendono a considerare le proprie vite, i propri amori e dissapori come più straordinari degli altri, e ciò porta loro a utilizzare frasi come "Tu non puoi kapire kuello ke sto provando", e lo porta a vedere "gli altri" con distaccata superiorità. Ciò caratterizza anche un altro aspetto tipico del bimbominkismo che è la volontà spesso del bimbominkia di cercare di apparire più grande e maturo di quello che è. Questo accade spesso quando il bimbomikia cerca di compiacere una figura effettivamente più grande e più matura ( che non è detto siano i genitori, anzi! ) senza ovviamente accorgersi di essere ( spesso ) manipolata dalla suddetta. Purtroppo non si può "scegliere" di essere maturi. O lo si è o non lo si è, e lo si è solo con il tempo. Spesso il raggiungimento della vera maturazione comporta la fine del bimbominkismo ( e, più in generale, dell'adolescenza ). Un'altra caratteristica del bimbominkismo è l'aderenza cieca ad un qualsiasi credo. Sia che si tratti di scegliere tra Edward Cullen o Jacob il licantropo, la Juve o l'Inter, o tra un modo di vestire e un altro, o tra un certa corrente politica e un'altra, l'adesione porterà a una cieca fede del proprio partito e, di conseguenza, a denigrare fino ad arrivare a compiere veri e propri atti di violenza nei confronti degli altri gruppi. A livello di politica, economia, sociologia il bimbominkismo è più irritante da sopportare per un adulto maturo. Taluni bimbiminkia, per le ragioni di cui sopra, sceglie ( e il 90% è influenzato a scegliere - dai genitori, dagli amici ) una parte politica( ad esempio Destra o Sinistra ) e la loro natura di bimbiminkia li porta naturalmente ad estremizzare e quindi a diventare Fascisti o Comunisti. E così come un bimbominkia che va matto per i mychemicalRomace, si tappezza la camera di posters della band e farcisce il proprio myspace o profilo youtube di videomusicali della suddetta band, il bimbominkia "politicizzato" ci ficca dentro anche video di Mussolini, o la foto del Che, o estratti da "il capitale" di Marx, o apostrofa se stesso e i suoi amici come "Compagno","Camerata" utilizzando saluti come "A noi" o "Hasta la victoria, siempre!". Cambia il contenuto, ma il contenitore, la forma è la stessa, ed è la forma che caratterizza un bimbominkia più del contenuto. Finché un adulto ( maturo ) vede scannarsi dei bimbi minkia su quale gruppo musicale sia meglio di un altro, o se sia meglio "twilight" o "diario di un vampiro" , va tutto bene. Cioè è normale e non pericoloso. Quando sente ( come è successo al sottoscritto qualche anno fa ) una 15enne dire, compiaciuta e fiera, "stasera andiamo a picchiare i fascisti", gli cascano i coglioni. La reazione è la stessa che hai quando sei di fronte a un deficiente che pensa che Londra si scriva L'ondra. Ti cascano i coglioni. Perché è questo che si tratta: di ignoranza. Il bimbomikia politicizzato è come uno di quelli scartati dal Grande Fratello che fa vedere la Gialappa's: ignorante. Semplicemente a 15 anni , per quanto tu possa aver studiato ( SE hai studiato beninteso ), sarai sempre troppo giovane per poter aver sviluppato una qualsiasi LEGITTIMA idea politica. Non hai avuto il tempo MATERIALE per farlo. E, cosa ancora più importante, non hai sviluppato tutti quegli gli strumenti metodologici che ti permettono di valutare con competenza un'idea, QUALSIASI essa sia. E se pensi che non sia vero, che un/una quindicenne possa avere un' idea politica LEGITTIMA e COMPETENTE come un qualsiasi ADULTO, anzi, come un qualsiasi ADULTO MATURO E COLTO allora vuol dire che ti reputi SPECIALE e STRAORDINARIA, DIVERSA dagli altri. E ricordi? Il credersi speciali è il la prima caratteristica dei bimbiminkia.

Per cui se vedo un quindicenne postare video di Mussolini o di Stalin non ho dubbi. Quello è un bimbominkia.

Fortunatamente il bimbominkismo, come i brufoli, tende a scomparire con l'età. Se però i sintomi perdurano anche dopo i 20 anni, si passa ad una patologia ancor più pericolosa : la stupidità. "

sabato 28 novembre 2009

Convertire file DJVU in PDF in MAC OS

A proposito di estensioni del menga. Ecco un programmino che vi permette di visualizzare i file djvu ( formato veramente poco usato ) in più comodi e maneggevoli PDF!

http://sourceforge.net/projects/djvu/files/DjVuLibre_MacOS/

Nel programma, dopo aver caricato il vostro file djvu, andate su: file - export as, e il gioco è fatto!

Cheers!

PS. occhio, non funziona su Snow Leopard!

lunedì 16 novembre 2009

DAA in MAC

Parlando ancora di estensioni del menga, ecco come convertire un file DAA in un ISO ben più maneggevole all'interno del vostro MAC senza dover passare attraverso un PC e PowerISO!

Anche questo programma esiste grazie a tale Luigi Auriemma a cui va tutta la nostra gratitudine!

http://www.twilightedge.com/mac/daaconverter/

venerdì 13 novembre 2009

SZIGET!

Ecco il video! Eddai la prossima volta venite anche voi!
Purtroppo è tagliato a destra all'interno del blog, per cui visualizzato su youtube o sul mio profilo di Facebook!

venerdì 9 ottobre 2009

Convertire file UIF in ISO in MAC OSX

Possedete un file UIF e non avete la minima idea di come farlo funzionare sul vostro Mac? Siccome ho impiegato un po' di tempo prima di trovare LA soluzione, ho deciso di scrivere un post apposta in modo da rendervi meno tediosa la ricerca.

Scaricate questo programma, UIF2ISO, di Luigi Auriemma successivamente adattato per Mac a questo indirizzo:

http://vafer.org/projects/uif2iso4mac/

Una volta aperto il programma andate su file, quindi su open, quindi selezionate il vostro file UIF e VUOLA', ecco il vostro file ISO! Ora potete aprirlo, bruciarlo, farne quello che volete! Tutto molto semplice!

sabato 26 settembre 2009

giovedì 10 settembre 2009

( Real ) Using the Samson C01U with Apple Logic (Mac OS X)

Hi guys! I know that there were many of you that have tried to figure out with this problem becouse the Samson's site is not so useful at all.
In fact they've forgotten to say that after you have checked the Built-in Audio and the New device, you have also to check the Built - out Audio. then, after you click "done", open Logic, then preferences-audio-core audio, in "device" select the new device that you have just created!

Anyway, here there is the complete path that you have to follow to use C01U with Logic:

This is the process of setting up the CO1U to work in Logic. This will only work in OSX 10.4 or later.
10.3 and earlier versions don’t have this facility.

Open Audio MIDI Setup (from the Applications/Utilities folder)
Go to the Audio Menu - Open Aggregate Device Editor ⇧⌘A
Click on the + button to create a new device
It's a good idea to rename it (double click on Aggregate Device in the list and enter the new name eg. CO1U)
The list at the bottom of the window will show all the audio devices connected to the computer. Select the ones you want the device to use by checking the “use” button. For instance, if you only have a CO1U connected you will need to check CO1U, Built-in Audio AND BUILT-OUT AUDIO. Check the clock button on one of the devices, not the CO1U.

Click Done



Sorry for my English! Cheers!

domenica 28 giugno 2009

Oggi mi rovino

Toy Movies

Ancora una volta...il migliore blog mai letto

http://www.malvestite.net/2009/06/18/elisa-alloro-noi-le-ragazze-di-silvio/comment-page-1/

B. Matera...ke karinaaaa

lunedì 20 aprile 2009

http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/immigrati-5/reportage-20apr/reportage-20apr.html

lunedì 30 marzo 2009

Imperdibile

Vi prego, leggetelo perché è da morire! Ritagliatevi 5 minuti. Ne vale la pena!


http://www.malvestite.net/2009/03/19/vaporidis-vs-shakespeare-iago-di-volfango-de-biasi-cioe-lemoticon-di-shakespeare-stampata-sulle-mutande-di-carlo-rossella/#more-2460

Anti - borghese

da Repubblica
di FILIPPO CECCARELLI

"Detta altrimenti: il sospetto è che con il proverbiale colpo di spada Berlusconi abbia definitivamente tagliato i legami che da anni e anni in Italia tenevano assieme il potere con i canoni stilistici e comportamentali cosiddetti "borghesi": misura, riserbo, ipocrisia, rispetto delle regole, pudore dei propri sentimenti, diffidenza per tutto ciò che fa rumore e spettacolo. L'ipotesi è che si tratti di un leader ormai compiutamente extra-borghese o forse addirittura anti-borghese."

domenica 29 marzo 2009

Meno male che Silvio c'è

Riapro per poco il blog per postare questo video segnalatomi da Mix. Già lo vidi ai tempi delle elezioni ma è sempre bene ricordare a quali elevati livelli di schifosità e ipocrisia possa arrivare l'anima umana. Questo video ha comunque l'indubbio merito di aver unito, almeno per poco, destra e sinistra: infatti chiunque abbia superato i 13 anni, vedendolo, non può che scrollare la testa rigurgitando vomito sulla tastiera.

sabato 28 febbraio 2009

E lo chiamano atto dovuto

di ADRIANO SOFRI

IL SIGNOR E. indagato per omicidio volontario. Che cosa avete provato, prima ancora che pensato, sentendo la notizia? Vediamo. Il giorno prima era stata la volta delle fotografie scattate nella stanza di Eluana. Sequestrate la mattina da una procura, dissequestrate la sera dalla procura superiore, e pratica chiusa. Questione di un giovedì qualunque. Venerdì: il signor E. in associazione - in combutta, diciamo - con altre 13 (tredici) persone, medici e infermieri, è inquisito per omicidio volontario aggravatissimo. Scrivo prima di sapere che cosa stia per portare la sera di venerdì, e poi la mattina di sabato. Bisogna pure che ogni giorno abbia la sua pena.

Però, superato il primo inevitabile moto di insofferenza e indignazione - le avete provate, no? - la domanda diventa: si può prendere sul serio tutto ciò? Non risponderò, e passerò al secondo punto, l'atto dovuto. Insieme alla notizia dell'apertura dell'indagine, infatti, come succede sempre più spesso, la Procura udinese si è premurata di aggiungere che si trattava di un "atto dovuto". Prescindendo dalla competenza in diritto e procedure, che non appartiene alla maggioranza di noi, si può interrogarsi sul significato comune, non specialistico, delle parole "atto dovuto". Vuol dire che non se ne può fare a meno.

Per qualche ragione misteriosa, la magistratura inquirente non può fare a meno di una torbida assurdità come l'imputazione di una realizzata volontà omicida a quelle quattordici persone, dietro le quali sta oltretutto una sequela impressionante di pronunciamenti della stessa magistratura giudicante. Associazioni e cittadini dotati di nome e cognome hanno ritenuto di avanzare denunce per omicidio volontario aggravato: e questo basta a costringere la magistratura a prendere sul serio un'assurdità oltraggiosa? La giustizia ha qualcosa da guadagnare da una simile accezione dell'atto per lei dovuto?

Perché l'atto dovuto abbia una minima parvenza di dignità bisogna che l'addebito abbia almeno una minima possibilità di mostrarsi fondato. Questo ci riporta alla casella di cui sopra, cioè alla domanda se sia possibile immaginare anche solo per un momento la condanna di quelle quattordici persone per omicidio volontario aggravato. È possibile?

Prima di rispondere definitivamente, fermiamoci su un altro punto che ha costellato tutta questa vicissitudine fra poco ventennale. Il signor E. essendo stato protagonista di un impegno pubblico diventato così clamoroso e tormentoso, e così emotivamente e simbolicamente coinvolgente, il signor E., per quanto visto con gli occhi e ascoltato con le orecchie da tanti milioni di concittadini, è stato soprattutto immaginato.

Benché si avesse l'impressione di conoscerlo, soprattutto lo si immaginava, per l'impulso irresistibile e umanissimo a mettersi nei suoi panni, a chiedersi che cosa, dietro quella sua tenacia pubblica e la paziente ripetizione dei suoi ricordi e dei suoi argomenti, lo rosicchiasse dentro e dentro gli ruggisse.

La liberazione della quale il signor E. parlava da tanti anni, per sua figlia e per sé e per tutti, lo avrebbe restituito - lo stava già facendo - a una dimensione ordinaria, cioè non più straordinaria, lo avrebbe fatto conoscere, o dimenticare, come la persona che è, e non più immaginare come la figura cui la lunga sfida lo aveva consegnato. Niente da fare. Anche qui, il gioco dell'oca incattivita che ha sequestrato la vicissitudine del signor E. l'ha riconsegnato all'immaginazione. Da ieri, siamo tornati a chiederci: "Che cosa proverei se, nei panni di quel padre, mi fossi saputo indagato da una Procura del giovedì per omicidio volontario di mia figlia?".

Veniamo alla risposta provvisoriamente finale. Evidentemente è possibile figurarsi una condanna dei Quattordici per omicidio volontario aggravato, dal momento che un Gran Cardinale ha già pronunciato la sua sentenza, rinviando ai dieci comandamenti fatti coincidere con la sua idea di codice penale. È così? No, per fortuna. Perché un piccolo parroco - piccolissimo: di Paluzza - ha detto: "Gli uomini di Chiesa moderino il linguaggio, non si può usare un linguaggio come quello del cardinale Barragan. Beppino ha sbagliato, lui sa che ho una visione opposta alla sua, ma tra noi c'è rispetto. Usare parole come "assassino" o "omicida" e apostrofare una persona in questo modo non è da cristiani".

Ecco. Sarà dovuto, l'atto, ma non è da cristiani.

mercoledì 18 febbraio 2009

Emendamento d'Alia

di Vittorio Zambardino

Speriamo che la questione non si faccia solo per amatori, perché non lo è proprio. Nel dibattito aperto dall’approvazione
dell’emendamento del senatore D’Alia interviene oggi il deputato del Pdl Roberto Cassinelli e annuncia con un comunicato (si può leggere per intero qui) che proporrà di modficare in modo sostanziale l’articolo “ammazzafacebook” (ma in realtà ammazzainternet) di D’Alia - l’emendamento prevede che nei casi di contenuti che integrano la fattispecie dell’ istigazione a delinquere e apologia di reato, il ministro dell’interno ordini ai fornitori di accesso internet di rimuovere le pagine incriminate, e non potendosi far ciò si oscuri anche il sito per intero, quindi oscurando i contenuti di tutti.

Va sottolineato che mentre il testo di D’Alia è già approvato, e deve passare alla Camera, quella di Cassinelli è un’intenzione che dovrà cercarsi sostegno e voti in aula.

La proposta Cassinelli: decide il giudice, non il governo. La pagina la cancella l’autore del reato o il proprietario della piattaforma

Così dal comunicato: “il nuovo testo è stato scritto insieme a giuristi e tecnici esperti della materia, e mira a correggere i troppi errori pratici contenuti nell’articolo 50”. L’emendamento Cassinelli prevede che sia l’autorità giudiziaria (e non più il Ministro dell’interno) a disporre la rimozione (e non più l’oscuramento) del contenuto incriminato. Rimozione a cui deve provvedere l’autore del reato o, in seconda battuta, il fornitore del servizio di hosting ma, come è scritto a chiare lettere, solo quando vi sia “la possibilità tecnica di procedervi senza pregiudizio per l’accessibilità a contenuti estranei al procedimento”. Non sarà possibile, quindi, mettere in atto un “filtraggio” (termine utilizzato nel testo del senatore D’Alia) di un intero sito pur di impedire l’accessibilità ad un contenuto illegale, anche se isolato. E, soprattutto, non saranno più gli ISP (ovvero i fornitori di connettività internet) a dovere provvedere all’oscuramento”

Cosa succede adesso?

Succede che si deve aspettare l’arrivo del Decreto sicurezza, che contiene l’articolo proposto da D’Alia, alla camera dei deputati. Non è difficile immaginare che la soluzione Cassinelli vada bene sia agli internet service provider che ai “proprietari della piattaforma”, a Google, a Facebook, ai titolari dei portali.

Altra faccenda è che vada bene in assoluto, perché comunque descrive una disciplina stretta dei contenuti espressi in internet. Certo già escludere l’abominio del ministro di polizia che, su segnalazione della magistratura, si occupa di cosa è giusto scrivere in internet e cosa no, sarebbe molto importante. Ma ricordiamoci che in questo momento “l’abominio” è legge, non il testo Cassinelli.

E poi il problema, che riguarda anche la formulazione Cassinelli, è che una volta rimessa nelle mani del giudice la potestà di ordinare la cancellazione di un contenuto, non ci resta che farci altre domande.

Come viene definito l’ambito nel quale interviene il giudice? Il senatore D’Alia lo collocava all’interno dell’istigazione a delinquere e l’apologia di reato. Vasta definizione: che inneggiare a Riina possa essere apologia di reato è (quasi, quasi…) pacifico, ma in altri casi?

Se si fa una legge che prescrive ai medici di denunciare gli immigrati clandestini che a loro si rivolgono per essere curati, e io scrivo in una pagina Facebook che quella legge fa schifo e invito i medici a non ubbidire a quella prescrizione di legge, la mia è istigazione a delinquere? O sto esercitando il diritto, costituzionalmente garantito, di esprimere il mio pensiero in una critica politica verso una decisione del governo?

E se dico che a un’altra Eluana dovrebbero staccare il sondino, a legge sul testamento biologico approvata, istigo a delinquere?

E se dico che la legge che manda in carcere i giornalisti che pubblicano le intercettazioni è liberticida, sto esprimendo una mia opinione? O sto commettendo un reato?

Non sarebbe meglio ricordare a tutti noi che il reato d’opinione è un abominio?

L’onorevole Cassinelli converrà che non tutto si risolve con un emendamento, anche se il suo è un buon testo e risana un guaio che è stato fatto.

Ma la questione della libertà di espressione in rete è semplicemente la questione della libertà di espressione nella società italiana. Certo è sempre possibile prendere la via gandiana, commettere il reato, andare in galera e aprire lo scandalo di una legge che fa schifo. Ma poi la gente guarda il Gf9 e io resto in galera. E non si può pretendere che tutti siano eroi.

lunedì 9 febbraio 2009

Dio preferirebbe...

Non posso fare a meno di segnalarvi un post di un Blog assolutamente eccezziunale! Da leggere e rileggere!

http://www.malvestite.net/2009/02/09/malvestita-345-dio-preferirebbe-lautocombustione/

Firmate anche se non è..necessario farlo

http://www.repubblica.it/speciale/2009/appelli/rompiamo-il-silenzio/

domenica 8 febbraio 2009

Lo scempio più atroce

di EUGENIO SCALFARI


IL CASO ENGLARO appassiona molto la gente poiché pone a ciascuno di noi i problemi della vita e della morte in un modo nuovo, connesso all'evolversi delle tecnologie. Interpella la libertà di scelta di ogni persona e i modi di renderla esplicita ed esecutiva. Coinvolge i comportamenti privati e le strutture pubbliche in una società sempre più multiculturale. Quindi impone una normativa per quanto riguarda il futuro che garantisca la certezza di quella scelta e ne rispetti l'attuazione.

Ma il caso Englaro è stato derubricato l'altro ieri da simbolo di umana sofferenza e affettuosa pietà ad occasione politica utilizzabile e utilizzata da Silvio Berlusconi e dal governo da lui presieduto per raggiungere altri obiettivi che nulla hanno a che vedere con la pietà e con la sofferenza. Non ci poteva essere operazione più spregiudicata e più lucidamente perseguita.

Condotta in pubblico davanti alle televisioni in una conferenza stampa del premier circondato dai suoi ministri sotto gli occhi di milioni di spettatori.
Non stiamo ricostruendo una verità nascosta, un retroscena nebuloso, una opinabile interpretazione. Il capo del governo è stato chiarissimo e le sue parole non lasciano adito a dubbi. Ha detto che "al di là dell'obbligo morale di salvare una vita" egli sente "il dovere di governare con la stessa incisività e rapidità che è assicurata ai governanti degli altri paesi".

Gli strumenti necessari per realizzare quest'obiettivo indispensabile sono "la decretazione d'urgenza e il voto di fiducia"; ma poiché l'attuale Costituzione semina di ostacoli l'uso sistematico di tali strumenti, lui "chiederà al popolo di cambiare la Costituzione".

La crisi economica rende ancor più indispensabile questo cambiamento che dovrà avvenire quanto prima.
Non ci poteva essere una spiegazione più chiara di questa. Del resto non è la prima volta che Berlusconi manifesta la sua concezione della politica e indica le prossime tappe del suo personale percorso; finora si trattava però di ipotesi vagheggiate ma consegnate ad un futuro senza precise scadenze. Il caso Englaro gli ha offerto l'occasione che cercava.


Un'occasione perfetta per una politica che poggia sul populismo, sul carisma, sull'appello alle pulsioni elementari e all'emotività plebiscitaria.

Qui c'è la difesa di una vita, la commozione, il pianto delle suore, l'anatema dei vescovi e dei cardinali, i disabili portati in processione, le grida delle madri. Da una parte. E dall'altra i "volontari della morte", i medici disumani che staccano il sondino, gli atei che applaudono, i giudici che si trincerano dietro gli articoli del codice e il presidente della Repubblica che rifiuta la propria firma per difendere quel pezzo di carta che si chiama Costituzione.

Quale migliore occasione di questa per dare la spallata all'odiato Stato di diritto e alla divisione dei poteri così inutilmente ingombrante? Non ha esitato davanti a nulla e non ha lesinato le parole il primo attore di questa messa in scena. Ha detto che Eluana era ancora talmente vitale che avrebbe potuto financo partorire se fosse stata inseminata. Ha detto che la famiglia potrebbe restituirla alle suore di Lecco se non vuole sottoporsi alle spese necessarie per tenerla in vita.

Ha detto che i suoi sentimenti di padre venivano prima degli articoli della Costituzione. E infine la frase più oscena: se Napolitano avesse rifiutato la firma al decreto Eluana sarebbe morta.

Eluana scelta dunque come grimaldello per scardinare le garanzie democratiche e radunare in una sola mano il potere esecutivo e quello legislativo mentre con l'altra si mette la museruola alla magistratura inquirente e a quella giudicante.

Questo è lo spettacolo andato in scena venerdì. Uno spettacolo che è soltanto il principio e che ci riporta ad antichi fantasmi che speravamo di non incontrare mai più sulla nostra strada.

Ci sono altri due obiettivi che l'uso spregiudicato del caso Englaro ha consentito a Berlusconi di realizzare.
Il primo consiste nella saldatura politica con la gerarchia vaticana; il secondo è d'aver relegato in secondo piano, almeno per qualche giorno, la crisi economica che si aggrava ogni giorno di più e alla quale il governo non è in grado di opporre alcuna valida strategia di contrasto.

Dopo tanto parlare di provvedimenti efficaci, il governo ha mobilitato 2 miliardi da aggiungere ai 5 di qualche settimana fa. In tutto mezzo punto di Pil, una cifra ridicola di fronte ad una recessione che sta falciando le imprese, l'occupazione, il reddito, mentre aumentano la pressione fiscale, il deficit e il debito pubblico. Di fronte ad un'economia sempre più ansimante, oscurare mediaticamente per qualche giorno l'attenzione del pubblico depistandola verso quanto accade dietro il portone della clinica "La Quiete" dà un po' di respiro ad un governo che naviga a vista.

Quando crisi ingovernabili si verificano, i governi cercano di scaricare le tensioni sociali su nemici immaginari. In questo caso ce ne sono due: la Costituzione da abbattere, gli immigrati da colpire "con cattiveria".

Il Vaticano si oppone a quella "cattiveria" ma ciò che realmente gli sta a cuore è mantenere ed estendere il suo controllo sui temi della vita e della morte riaffermando la superiorità della legge naturale e divina sulle leggi dello Stato con tutto ciò che ne consegue. Le parole della gerarchia, che non ha lesinato i complimenti al governo ed ha platealmente manifestato delusione e disapprovazione nei confronti del capo dello Stato ricordano più i rapporti di protettorato che quelli tra due entità sovrane e indipendenti nelle proprie sfere di competenza. Anche su questo terreno è in atto una controriforma che ci porterà lontani dall'Occidente multiculturale e democratico.

Nel suo articolo di ieri, che condivido fin nelle virgole, Ezio Mauro ravvisa tonalità bonapartiste nella visione politica del berlusconismo. Ha ragione, quelle somiglianze ci sono per quanto riguarda la pulsione dittatoriale, con le debite differenze tra i personaggi e il loro spessore storico.

Ci sono altre somiglianze più nostrane che saltano agli occhi. Mi viene in mente il discorso alla Camera di Benito Mussolini del 3 gennaio 1925, cui seguirono a breve distanza lo scioglimento dei partiti, l'instaurazione del partito unico, la sua identificazione con il governo e con lo Stato, il controllo diretto sulla stampa. Quel discorso segnò la fine della democrazia parlamentare, già molto deperita, la fine del liberalismo, la fine dello Stato di diritto e della separazione dei poteri costituzionali.

Nei primi due anni dopo la marcia su Roma, Mussolini aveva conservato una democrazia allo stato larvale. Nel novembre del '22, nel suo primo discorso da presidente del Consiglio, aveva esordito con la frase entrata poi nella storia parlamentare: "Avrei potuto fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli".

Passarono due anni e non ci fu neppure bisogno del bivacco di manipoli: la Camera fu abolita e ritornò vent'anni dopo sulle rovine del fascismo e della guerra.
In quel passaggio del 3 gennaio '25 dalla democrazia agonizzante alla dittatura mussoliniana, gli intellettuali ebbero una funzione importante.
Alcuni (pochi) resistettero con intransigenza; altri (molti) si misero a disposizione.

Dapprima si attestarono su un attendismo apparentemente neutrale, ma nel breve volgere di qualche mese si intrupparono senza riserve.
Vedo preoccupanti analogie. E vedo titubanze e cautele a riconoscere le cose per quello che sono nella realtà. A me pare che sperare nel "rinsavimento" sia ormai un vano esercizio ed una svanita illusione. Sui problemi della sicurezza e della giustizia la divaricazione tra la maggioranza e le opposizioni è ormai incolmabile. Sulla riforma della Costituzione il territorio è stato bruciato l'altro ieri.

E tutto è sciaguratamente avvenuto sul "corpo ideologico" di Eluana Englaro. Non ci poteva essere uno scempio più atroce.

lunedì 19 gennaio 2009

mercoledì 14 gennaio 2009

sabato 3 gennaio 2009

"Ma vedo invece avanzare, anche per le incertezze e le debolezze della cultura laica, una pericolosa "ondata neoguelfa""

Da un articolo di Repubblica

giovedì 1 gennaio 2009

CL

Questo post l' ho trovato nel sito di "libertà e persona" una sorta di "comunione e liberazione". E' stato scritto da un ragazzo della nostra età. Che ne pensate?


"Nel 2050, gli italiani saranno 40 milioni. Di questi, un terzo sarà costituito da ultrasettantenni, con 8 milioni di ultraottantenni e 2 milioni di ultranovantenni. Non mi soffermo sulle cause del disastro sociale che ci attende: dico solo che si tratta del risultato più prevedibile e ovvio di una diffusione spaventosa, terrificante dell’immoralità sessuale, con la normalizzazione culturale e giuridica dei mortali peccati di fornicazione, contraccezione, aborto, persino sterilizzazione (solo in Germania, ogni anno vi ricorrono 30.000 uomini). Il processo di rapido invecchiamento della popolazione avviene in un contesto segnato, come noto, da una progressiva privatizzazione di essenziali funzioni pubbliche, prima fra le quali la sanità. Orbene, appare evidente a chiunque come la prospettiva di dover sostenere molto presto l’impatto economico di immensi gerontocomi faccia storcere il naso ai ‘padroni del vapore’ della grande finanza. La spiegazione dell’ormai incalzante campagna mediatica e politica per la legalizzazione dell’eutanasia è tutta qui. Com’è logico, l’eutanasia sarà introdotta inizialmente per pochi, circoscritti casi pietosi, e solo in caso di esplicito consenso del malato o della sua famiglia. Ma teniamo ben presente che l’obbiettivo reale del movimento pro-eutanasia – un obbiettivo da raggiungere gradualmente, in modo da anestetizzare l’opinione pubblica – è quello di rendere un giorno obbligatoria, coercibile l’eliminazione genocidaria di anziani e malati ormai ‘inutili’ ed eccessivamente costosi. Ai sostenitori più ingenui ed emotivi dell’eutanasia va posta una domanda: nel 2050, quanti anni avrete?"