sabato 27 gennaio 2007

LA MIA VITA DA COSTRUTTIVISTA/3

Effettivamente non ho mai detto COSA significa essere un costruttivista.
Mi è capitato qualche volta di doverlo spiegare e l'ultima è stata proprio con il buon Gigio. Mi ricordo che ad un tratto mi disse
: - " Sei troppo tecnico!"
Non ho capito subito cosa intendesse. Siccome stavo spiegando cosa occorrerebbe fare, in PRATICA,per "migliorare" alcuni aspetti della nostra vita pensavo che il "tecnico" fosse riferito ai modi di agire, non alla spegazione in sé. Però poco dopo capì, credo, che intendesse proprio questo.
Mi spiegavo in modo troppo "tecnico".
Questo mi fece riflettere. Com'è che sono diventato un costruttivista? Intendo dire che, ora, per me, essere costruttivista appare come la più ovvia delle soluzioni. Ma quando ne parlo vedo che non suscito grande interesse. Insomma ho la sensazione di aver "scoperto" una panacea miracolosa ma quando la offro agli altri vedo che la gente mi guarda con sospetto.
Pensandoci su ho capito che questo accadeva anche a me.
Qualche anno fa comprai insieme a Men's Healt un CD audio di Roberto Re intitolato "Diventa un leader di te stesso". La prima volta che lo ascoltai ricordo che dissi : - "Eh, si, sto tipo potrebbe aver ragione...però..." E c'era quel "però" che, dopo nenache 2 giorni, mi fece dimenticare tutto.
Riascoltandolo ora è innegabile. anche Roberto Re è un costruttivista, sebbene non lo dica mai apertamente, e mi trovo in completo accordo con lui su quello che dice. Ma perchè la prima volta non mi colpì poi così tanto? Qual'era la differenza fra prima e adesso?
Studiando "Psicologia della motivazione e dell'apprendimento", materia di cui ho l'esame, peraltro, fra neanche 20 giorni, mi sono imbattuto in quella che, forse, può essere la risposta.
Il libro cita, molto succintamente, alcuni metodi per "migliorare" il proprio apprendimento. Tipo strategie memoniche, lettura veloce, tecniche di studio e via dicendo. Ora, che queste tecniche funzionino, ben conformandole alle differenze individuali, non ci sono dubbi. Gli studiosi avevano notato però che una volta insegnate queste tecniche per esempio a degli studenti, questi le impiegavano per un certo periodo di tempo ma poi le abbandonavano, sebbene avessero ottenuto dei risultati positivi con esse. Per far si che gli studenti mantenessero a lungo l'uso di queste strategie era necessario istruirli alla METACOGNIZIONE. Per metacognizione si intende in modo tramite il quale la mente opera su se stessa. Con la metacognizione si cerca di studiare come la mente pensa di pensarsi. In questo modo gli studenti, VENENDO A SAPERE I MODI CON CUI LA NOSTRA MENTE APPRENDE e applicandoli poi alle nuove strategie, divennero più consci del proprio lavoro e, in altre parole, acquisirono più controllo. Le strategie ora, viste sotto questa nuova luce, apparivano finalmente nella loro più completa utilità.

E forse è questa la differenza che non riuscivo a cogliere.
Costruttivismo è filosofia e psicologia. Io, studiando la seconda come scelta universitaria, ho imparato ( e sto ancora imparando) quella che è appunto la metacognizione. Studiando metacognizione arrivi NECESSARIAMENTE a certe conclusioni. E anche il costruttivismo acquista una valenza mooolto più significativa.

L'idea di base del costruttivismo è che NON ESISTE UNA REALTA' ONTOLOGICA. O, meglio, NON POSSIAMO CONOSCERE ALCUNA REALTA' ONTOLOGICA, ovvero non possiamo conoscere una realtà senza che quest'ultima venga FILTRATA DALLA NOSTRA SOGGETTIVITA'. In virtù di questo ogni uomo è il SOLO e UNICO COSTRUTTORE DELLA REALTA' CHE PERCEPISCE.

potrei pensare che chi legga questo post pensi che, in fin dei conti, questo sia un pensiero banale.
Tutti, chi più chi meno, sanno che ognuno si crea la propria visione del mondo. Quante volte ho sentito dire " De gustibus non disputandum est" ( è giusto?) intendendo dire che i gusti sono personali e che se a me piace quella ragazza non è detto che ai miei amici debba piacere. Anch'io, prima di essere un costruttivista, sapevo queste cose. Ciò che non sapevo era quanto il mio cervello crea la realtà. E' una creazione estremamente invasiva, totale. Non solo riguardo i gusti, che sono solo il modo più semplice e accessibile di notare consciamente questa "costruzione".

6 commenti:

NiNa ha detto...

..terreno infuocato questo Ale, terribilmente..
la filosofia medievale, in tutto il suo respiro lungo di storia, non ha dato cenni di conclusione sul discorso "realtà ontologica o soggettiva", sulla possibilità di conoscerla o di rimanervi "intrappolato" nella sua manipolazione arbitraria..
posto che un buon 99%di filosofi erano sedentari frustrati dalla vita mi allineo al tuo pensiero, con un piccolo dubbio.. se non c'è una realtà ontologica tangibile allora che cristo è la realtà?? sono 6milardi di realtà "filtrate" come dici tu??
illuminami d'immenso mentre torno strisciando verso l'agoniato studio
PuFfFf

Alex ha detto...

Aspetta;
Non ho detto che non c'è una realtà ontologica: ho detto che non la possiamo conoscere in quanto la filtriamo con il nostro cervello che, ineluttabilmente, distorce questa realtà.
Quindi chiedersi :- "Che "cos'è" la realtà?", ha poco importanza. A livello pratico non ci è di alcuna utilità. "Cos'è la MIA realtà? Come costruisco la MIA realtà? Perchè la MIA realtà è diversa da quella degli ALTRI? e soprattutto, posso CAMBIARE la mia realtà?" Queste sono domande che a livello pratico direi che possiedono una certa invasività nelle nostre vite.
Termini come "oggettivo" si rifanno all'idea che esista una realtà che sia uguale per tutti. Ma di "oggettivo" c'è solo il fatto che nulla possiamo cogliere di "oggettivo". E' il nostro cervello che ci fa percepire questa realtà. Ci sono cose che percepiamo tutti in egual modo. Tipo il tempo. Noi lo percepiamo lineare, ma Einstein ha dimostrato che non lo è. E' il nostro cervello che, per comodità, ci fa percepire passato, presente, futuro. E' difficile pensare ha un'idea di tempo diversa di quella di cui facciamo esperienza tutti i giorni. Perchè ci è difficile persino concepirla.
Un tale che aveva subito danni cerebrali aveva perso completamente la concezione di "vista". Non solo era cieco, ma era diventato privo dell'idea di vedere. Per lui non aveva alcun senso la parola "vista". Non possedeva ricordi visivi. Tutto cancellato. La realtà visiva era completamente scomparsa al punto da non riuscire neppure a concepirla.
E' come se ti chiedessi, con aria meravigliata: - "Non riesci a sbrunzare?"

Per quel che mi riguarda la realtà (ontologica) è conoscibile solo da Dio. Anche se c'è da dire che pure Dio, come noi lo conosciamo, è un'altra nostra costruzione.

Yarla84 ha detto...

Bè io ho appena finito di sbrunzare, ho fatto un po' di odore ma con un po' di deodorante passa tutto...
Ale ti preferivo quando decantavi le lodi del libro su come non tirarsi seghe mentali. Sono comunque sempre disponibile per chaccherate interminabili allo spago che si concludano con una giusta compravendita di anima.
Una sola cosa: cioè tutto ciò è partito dal fatto che Gigio non capiva, embè niente di nuovo sotto il sole non vedo perchè scomodare la nostra bene amata rete e togliere prezioso spazio ai siti porno che ci tengono compagnia nei momenti difficili. In quei momenti in cui ti domandi se quelle bocce esistono davvero oppure sono solo una proiezione mentale, se il silicone gioca un ruolo importante, se il fotografo usa un filtro 756BXT sull'obbiettivo.
E comunque anche se faccio il superiore rimarrò sempre un tiramene innamorato o adirato dalla mia personale visione del mondo.

NiNa ha detto...

..è come la storia dell'aquila che si crede un pollo, un aquilotto che cresce insieme ad una covata di pulcini e per tutta la vita l'aquila fa quello che i polli del cortile facevano, pensando di essere in uno di loro..
cerca vermi insetti, chioccia schiamazza e alza le ali per un volo pindarico di qualche centimetro.. trascorsi gli anni l'aquila si fa vecchia.. un giorno vede sopra di sè il cielo sgombro e.. nell'aria si libra un maestoso ed elegamte uccello che plana, muovendo appena le robuste ali.. e si domanda chi o cosa fosse quell'essere regale..
la chioccia gli risponde dicendogli "è un'aquila, appartiene al cielo e alla sua infinita bellezza.. noi apparteniamo alla terra perchè siamo polli"
Fu così che l'aquila morì come un pollo, pensando di essere tale..
La realtà per quell'aquila era la realtà di nicchia del suo mondo, della casupola del pollaio, si era plasmato con l'idea che il mondo fosse quello e che, addirittura la sua identità fosse quella di riflesso di tutti gli altri..
ogni tanto l'atteggiamento "cos'è la mia realtà?" è una visione incanalata, miope.. ogni tanto la tua reltà è mettere in salamoia la personalità e le idee, imbalsamata dentro il contenitore della REALTà, LA TUA..
Cambiarla è difficile ma non impossibile, già.. ma chi mi dice che non sono davvero un pollo??
mah..

Alex ha detto...

Il problema, che ho sempre avuto anch'io fino a poco tempo fa, è la credenza che la realtà si subisca. Che noi siamo così perchè siamo così. Perchè la società, la famiglia, gli amici, la TV ci fanno diventare qualcosa, un qualcosa che è al di fuori del nostro controllo. Per cui facciamo spallucce e si dice : - "Sono così, che ci posso fare?"
In realtà le interazioni uomo - ambiente non sono di tipo causa - effetto. Esiste un feedbeck bidirezionale per cui quando varia uno, varia anche l'altro.
L'ambiente non mi crea. Sono io a creare l'ambiente e l'ambiente, di rimando, mi crea in base alle creazioni che gli avevo apportato. In questa nuova creazione allora io agisco ancora sull'ambiente costruendolo e così via.

Tutta la nostra vita si basa sulle nostre credenze.
Esempio: sono ad un bar e vedo 2 ragazze sedute ad un tavolino più avanti. Ad un tratto le vedo che parlocchiano tra loro guardando nella mia direzione e poi si mettono a ridere.
SE penso di essere uno che piace penserò subito "Ho fatto colpo!" e uscirò da quel bar convinto di essere un vero latin lover rafforzando la mia credenza del fatto che piaccio.
SE penso di essere uno che NON piace penserò subito : - "Stanno ridendo di me." E ne uscirò mortificato e anche questo andrà a confermare la mia credenza.
E magari le ragazze stavano guardando un cartellone pubblicitario alle mie spalle e ridevano per quello.

theCiccio ha detto...

ma i polli e le aquile nn si parlano....cmq ale continua a pensarla come vuoi ma il potere della (|) (figa per chi nn lo avesse capito) ti prenderà e ti farà tornare il CURCU di un tempo quello che nn analizzava tutto cio che qlc diceva :D