sabato 10 febbraio 2007

Quello che ti frega...

Ormai si sta consolidando sempre più in me l'idea che quella "cosa" che più ci fotte nella vita è quella "cosa" che in psicologia sociale cognitiva viene chiamata "principio di conservatorismo". Prima qualche considerazione. A mia piacevole sorpresa ho scoperto che l'intera psicologia sociale si fonda sul construttivismo, tanto che sto leggendo ora:
"Due assiomi fondamentali della psicologia sociale sono: a) le persone si costruiscono una loro realtà e b) le influenze sociali sono pervasive"
"Ciò che ognuno di noi considera reale non è altro che la sua personale costruzione della realtà, plasmata in parte dai processi cognitivi, le modalità con cui lavora la nostra mente - e in parte dai processi sociali, gli input provenienti dagli altri individui, la cui presenza può essere effettiva o immaginaria".

Ora in natura vige una regola che, a parer mio, è la principale fonte di tutte le nostri problemi, o dei miei per lo meno. Ovvero il principio di economia per il quale la natura agisce in modo tale da "produrre" il minor spreco di energia. Anche nell'evoluzione ciò avviene. I cambiamenti sono funzionali all'adattamento. Il mito per cui noi usiamo solo il 10% del nostro cervello è, per l'appunto, un mito, perchè non avrebbe alcun senso che la natura ci avesse dotato di un cervello che non usiamo interamente. Sarebbe uno spreco. E la natura non ama gli sprechi. Mi dispiace quindi a chi crede che in quel 90% di cervello non utilizzato si celino chissà quali meraviglie, telecinesi, forza"psichica", o quant'altro. In realtà noi usiamo il 100% del nostro cervello. Solo non tutto assieme. A volte usiamo quel 25%, in un'altra occasione l'altro 15%.
Quindi penso che naturalmente un sistema sia portato ha raggiungere uno stato di quiete. Quando intervengono delle forze che minacciano questa quiete avvengono delle trasformazioni atte a raggiungere un nuovo stato di quiete. Pensiamo ai muscoli. Sarà capitato a tutti di fare ginnastica, di andare in palestra, di fare movimento o esercizio fisico dopo una lunga pausa di inattività. E di sentire, magari il giorno dopo, una serie di dolori per tutto il corpo. Ma dopo un mese di esercizi i dolori scompaiono e i muscoli si comiciano a sviluppare. C'è stato un cambiamento quindi. Ma ciò a portato dolore, nella fattispecie dovuto a quelle microlesioni che si formano nei muscoli.
Una cosa del genere accade anche nel cervello. Anche il cervello tende a rimanere in uno stato di quiete e, assai difficilmente, ama cambiare.
E' il noto principio di conservatorismo: " è il principio in base al quale la visione del mondo degli individui e dei gruppi è lenta a cambiare e incline a perpetuare se stessa. Gli esempi di conservatorismo sono quasi IFINITI: le prime impressioni che ci facciamo delle persone in cerca di lavoro, gli stereotipi che nutriamo riguardo ad altri gruppi o la preferenza che accordiamo a quella marca di cioccolata che nostra madre comprava sempre. In tutti questi casi e in altri ancora il principio è lo stesso: le conoscenze, una volta stabilitesi, tendono a perpetuare se stesse."

Ecco cosa ci frega! Ecco perchè è così difficile cambiare! Non dico solo per "migliorarsi" ma, per dirla come George Kelly, almeno per "rendere la nostra vita più interessante".
Ecco perchè spesso le "buone intenzioni" finiscono in malora! Perchè siamo portati NATURALMENTE a portarle in malora, SE quest' ultime comportano un cambiamento di ciò che SIAMO. Ma ciò che SIAMO è il risultato di ciò che VOGLIAMO VEDERE e di come gli ALTRI CI VEDONO.

"La visione che una persona ha del mondo è almeno in parte un riflesso colto negli occhi degli altri".

Ma allora tutti coloro che partono per un lungo viaggio alla ricerca di se stesse sbagliano l'intenzione di fondo. Non dovrebbero andare alla ricerca di quello che sono ma di quello che ancora NON sono.
Ed ecco il trucco!
Occorre fare quello che NON vogliamo fare. Ogniqualvolta una situazione ci fa a sentire a disagio, ci provoca una sensazione di malessere, ci spaventa, ecco allora quelle stesse sensazioni sono un'OTTIMA ragione per fare quelle cose che ci provocano queste sensazioni.
E penso che questo sia il grado più alto di libertà che una persona possa raggiungere. Si libera della natura, dell'ambiente, e di sé stesso.

3 commenti:

il Mix ha detto...

Eeee!
E' tornato il mio psicologo on-line priferito.
Mi fa piacere sapere che il fatto che io non riesca minimamente a far andare in porto i miei buoni propositi sia un fatto naturale.
Che pacco, però! Sarò sempre un fallito.
:)

Vero ha detto...

Hei ale!
Mi prendo sempre bene a leggere quel ke scrivi..penso ke su molte cose tu abbia ragione.. Sto cercando di mettere in pratika quello di cui abbiamo parlato,quella volta che stavamo studiando...Il nn avere paura di fare qualkosa e , piuttosto, il tentativo di fare proprio quello ke ci incute timore, senza lasciarci fregare da paure che altro non sono se non creazioni del nostro ingannevole cervellino.. Beh per quanto riguarda la parte teorika mi sembra tutto super corretto.. Purtroppo faccio ankora parekkia fatica nella parte pratica.. Mi spiego..se qualkosa mi mette a disagio oppure se il semplice pensiero di compiere una certa azione mi fa venire l'ansia, fatico molto a farla lo stesso...! Anzi...NON CI RIESCO PROPRIO!!! La paura delle conseguenze (pur capendo ke non porterebbero a nulla di trascendentale nemmeno nella peggiore delle ipotesi!)mi blokka ankora troppo... Spero con l'esercizio di imparare a vincere questi inutili timori che spesso rappresentano barriere, inibizioni e limitazioni nel rapporto con gli altri, ma anche (o forse soprattutto...) nel rapporto con noi stessi.

theciccio_88 ha detto...

we we:D mha...ionn credo di usare il cervello al 100%...o meglio, nn so nemmeno se lo uso...no dai scherzo:D
cmq sta storia del cervello mi ha preso bene anche se speravo di poter avere qlc potere telecinetico, oh è faticoso alzarsi dal divano per prendere le cicche :P bella ale dai che si acchiapperà un giorno!!