domenica 11 febbraio 2007

Le percezioni ingannano...o meglio, illudono.



Giusto un'altra, se vogliamo, "prova" della costruzione che la mente fa della realtà. Questa volta non si basa sulle nostre convinzioni e credenze bensì sulle nostre percezioni. Anche qui possiamo incontrare una variante di quel principio di economia di cui vi parlavo nell'ultimo post.

Considerate la figura in alto. Chiudete l'occhio destro, ponetevi ad una distanza dal computer di circa 30 cm e con l'occhio sinistro fissate il cane(?) chiuso nella gabbia. Fatto? Bene, ora allontanatevi o avvicinatevi lentamente: ad una certa distanza vedrete che il gattino a sinistra scomparirà.
Quel gattino è caduto nella macchia cieca dell'occhio sinistro, una piccola area della retina priva di recettori, un'imperfezione causata dal nervo ottico in cui esce dal bulbo oculare per collegarsi alla retina.
La cosa interessante però non è tanto il fatto che il gattino scompare quanto il fatto che noi non percepiamo un'ombra scura o un buco. D'altra parte non ci sono recettori. Perchè non percepiamo un buco? La regione del gattino è "riempita" dal colore dello sfondo, un fenomeno che David Brewster, fisico brittannico vissuto nella prima metà dell'ottocento, attribuì a Dio...
Altra cosa interessante ( ora non ho un'immagine per questo vedrò di procurarmela) anche una linea retta che attraversa la macchia cieca non è tagliata nel centro. Immaginatevi 1 linea retta di un cm di diametro divisa da uno spazio. Se si fa coincidere questo spazio con la macchia cieca si riuscirà a percepire la linea come se fosse unita! E' come se il cervello considerasse improbabile l'eventualità che due linee corte si trovino per caso sui due lati della macchia cieca. Le cellule dei centri visivi si attivano come se la barra fosse completa, e quindi si vede una linea continua.

"La nostra percezione del mondo dipende in modo sorprendente dalle IPOTESI DEL CERVELLO. Un'immagine bianca con forma ovale che eccita la nostra retina potrebbe essere generata da un uovo, da un disco piatto perfettamente circolare e inclinato, oppure da un numero infinito di forme intermedie, ciascuna con il giusto grado di angolazione. Eppure il cervello punta diritto alla risposta giusta. Come fa? Ricorrendo inconsciamente a IPOTESI sulla statistica del mondo naturale, supposizioni che si possono svelare con le illusioni visive.
Il modo in cui il cervello affronta i vuoti inspiegabili nell'immagine della retina, il cosidetto "processo di riempimento", è un esempio sorprendente di quanto detto, e potete verificarlo con la macchia cieca del vostro occhio.
Molti esperimenti dimostrano che, mentre si esamina il mondo, il nostro cervello incamera poche informazioni ma ne fornisce molte. La ricchezza della nostra esperienza individuale è in BUONA PARTE ILLUSORIA, al punto che noi "vediamo" molto poco e ci affidiamo a una congettura plausibile. Il resto lo fa lei."

1 commento:

Unknown ha detto...

questa è una storia! e bravo l'ale!!!