E' tempo di video!
venerdì 23 febbraio 2007
Scusate
Forse mi sono sbagliato...forse il sovrannaturale c'è...esiste...guardate questo video.
Forse anche Dio c'è...e l'evoluzionismo è davvero una cazzata...
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http://www.quieroverunfantasma.com/eng/
Ringrazio Andrea Borto per avermi fatto aprire gli occhi
Forse anche Dio c'è...e l'evoluzionismo è davvero una cazzata...
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http://www.quieroverunfantasma.com/eng/
Ringrazio Andrea Borto per avermi fatto aprire gli occhi
martedì 13 febbraio 2007
QUESTA la dovete leggere!
(da l'Unità)
Alleanza Nazionale prova un’altra volta a cambiare il volto dei libri di testo scolastici. Dopo aver preso di mira la storia e in particolare le foibe, questa volta in discussione è la teoria darwiniana dell'evoluzione della specie. Secondo Alleanza Nazionale tale teoria viene presentata come una verità scientifica in tutte le scuole, nonostante sia ormai stata confutata da studi recenti e in particolare dal creazionismo, movimento che ha come obiettivo la difesa della credibilità del racconto biblico della creazione, con presunte prove oggettive.
Alleanza Studentesca e alcuni esponenti di Alleanza Nazionale hanno indetto a Milano addirittura una 'Settimana antievoluzionista', che prevede incontri con i presidenti delle Commissioni Cultura del Comune e della Regione, volantinaggi davanti al Museo delle Scienze Naturali e in conclusione, venerdì, un convegno dal titolo 'Evoluzionismo: una favola per le scuole.
La motivazione – ovviamente – ha poco a che vedere con la scienza e molto con la politica: «La teoria di Darwin è funzionale all'egemonia della sinistra - ha detto l'onorevole Pietro Cerullo, presentando il programma - È nata quando in Europa dominava la cultura del positivismo che è l'anticamera del marxismo».
Ma io mi dico...ma siamo PAZZI???
non ho parole..
Ma per fortuna che c'è gente che ha la testa. Non smetterò mai di ricordare la massima di Bertrand Russel :"Ciò che serve non è la volontà di credere, ma il desiderio di capire."
"
L’infinita battaglia di Darwin
di Emiliano Cappello
____________________________________________________________________
Ci sono battaglie che sembrano non avere età e lasciano di rado spazio alla speranza di vederne la fine. Nonostante non ci siano sangue e armamenti distruttivi, le conseguenze di questi scontri hanno effetti molto gravi per periodi illimitati. La religione e la scienza sono state nemiche giurate per secoli, e protagoniste d’infiniti contrasti.
Ancora oggi la teoria dell’evoluzione, la colonna portante della biologia moderna, riceve continui assalti dai fronti più disparati. In tutto il mondo siamo di fronte ad una inconcepibile riscossa antievoluzionista, che vanta la potente arma dell’ignoranza: nonostante le evidenze che la scienza porta, vi sono milioni di persone ancora legate alla concezione creazionista classica, basata sull’interpretazione letterale della Bibbia. PPer renderci conto della portata del fenomeno è necessario prendere in considerazione alcuni dati interessanti. Secondo un’indagine sociologica, più del 50% degli americani è convinta che la Genesi sia l’unica verità, e il grande supporto politico ed economico di cui gode il movimento creazionista ha portato a dei risultati concreti. In molti Stati, quali il Nebraska, l’Ohio, l’Alabama e il New Mexico, lo studio della teoria evoluzionista è affiancato al creazionismo, messo sullo stesso piano; nel Kansas, invece, la biologia darwiniana è stata messa al bando e radicalmente sostituita dal testo biblico. In più vorrei sottolineare la dichiarazione fatta dall’attuale presidente George W. Bush, il quale ammette di essere favorevole all’insegnamento scolastico del disegno intelligente, una varatio molto di moda del creazionismo. Nella vecchia e saggia Europa le cose vanno poco meglio. In particolare, in Inghilterra molte scuole religiose, che sono finanziate dallo Stato, hanno eliminato ogni riferimento all’evoluzione dai loro programmi scolastici. E neanche l’Italia sfugge ai sintomi di questa sindrome da medioevo: il 25% degli italiani è molto ingenuo, affermando di credere alla lettera alla favola di Adamo ed Eva. Nel 2003, addirittura, l’onorevole di Alleanza Nazionale Pietro Carullo ha promosso, insieme ai giovani di Alleanza Studentesca, la “Settimana Antievoluzionista”. Ma il fatto più eclatante ha riguardato il Governo della Repubblica in persona, almeno quello uscente di centrodestra. Il decreto legislativo del 19 febbraio 2004 cancellava dai programmi scolastici d’insegnamento delle scuole medie ogni riferimento alle teorie evoluzioniste; il conseguente putiferio scatenato dagli scienziati, anche cattolici, costrinse l’ex ministro Moratti a nominare una commissione di saggi, presieduta da Rita Levi Montalcini, incaricata di dare un parere riguardo la faccenda. Ovviamente fu chiesto di reinserire il darwinismo nei programmi il prima possibile. Episodi del genere non possono essere sottovalutati
Ogni tentativo di negare evidenze scientifiche è un attentato allo sviluppo culturale dell’intera umanità. Dopo quasi 150 anni di studi, i principi base della teoria esposta per la prima volta da Darwin sonosono dimostrati da una
immensa mole di prove schiaccianti. A queste evidenze si è in parte arresa persino la Chiesa cattolica ufficiale. Il 22 ottobre del 1996, Karol Wojtyla affermò nel messaggio alla Pontificia Accademia delle scienze: “Nuove conoscenze conducono a non considerare più la teoria dell’evoluzione come una mera ipotesi…” Altri membri autorevoli della Santa Sede, quali il cardinale Paul Poupard, o monsignor Gianfranco Basti, hanno difeso in varie occasioni la scienza dai fondamentalisti. Anche con Roma però, la questione rimane apera : la Chiesa cercherà sempre un improbabile compromesso tra scienza empirica e metafisica teologica.
Gli argomenti portati a difendere il credo religioso sono i più disparati. Classico è il modo di sfruttare a proprio favore la definizione di teoria che, com’ è noto, significa ipotesi. Tuttavia, quando si parla di argomenti scientifici, per teoria s’intende verità dimostrata da fatti, e può essere modificata o sostituita solo alla luce di prove più forti e convincenti; in genere si tratta di verità che il nostro occhio non può osservare direttamente, ma rivelate da fenomeni ad esse correlati. Vorrei amichevolmente ricordare a quei “furboni” che giocano con i termini scientifici per avallare le loro scemenze, che l’elettricità, la relatività, la tettonica delle placche, la struttura dell’atomo, l’orbita terrestre intorno al sole, e altre, sono tutte teorie. Il breve spazio a disposizione mi impedisce una trattazione dettagliata della teoria e dei suoi, a mio parere, invacillabili fondamenti; desidero però far presente che ogni branca delle scienze biologiche fornisce elementi in grado di dimostrare la certezza dell’intuizione di Darwin. Studi di genetica, citologia, anatomia comparata, microbiologia, biogeografia, etologia non lasciano dubbi sui principi fondamentali della teoria dell’evoluzione."
Alleanza Nazionale prova un’altra volta a cambiare il volto dei libri di testo scolastici. Dopo aver preso di mira la storia e in particolare le foibe, questa volta in discussione è la teoria darwiniana dell'evoluzione della specie. Secondo Alleanza Nazionale tale teoria viene presentata come una verità scientifica in tutte le scuole, nonostante sia ormai stata confutata da studi recenti e in particolare dal creazionismo, movimento che ha come obiettivo la difesa della credibilità del racconto biblico della creazione, con presunte prove oggettive.
Alleanza Studentesca e alcuni esponenti di Alleanza Nazionale hanno indetto a Milano addirittura una 'Settimana antievoluzionista', che prevede incontri con i presidenti delle Commissioni Cultura del Comune e della Regione, volantinaggi davanti al Museo delle Scienze Naturali e in conclusione, venerdì, un convegno dal titolo 'Evoluzionismo: una favola per le scuole.
La motivazione – ovviamente – ha poco a che vedere con la scienza e molto con la politica: «La teoria di Darwin è funzionale all'egemonia della sinistra - ha detto l'onorevole Pietro Cerullo, presentando il programma - È nata quando in Europa dominava la cultura del positivismo che è l'anticamera del marxismo».
Ma io mi dico...ma siamo PAZZI???
non ho parole..
Ma per fortuna che c'è gente che ha la testa. Non smetterò mai di ricordare la massima di Bertrand Russel :"Ciò che serve non è la volontà di credere, ma il desiderio di capire."
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L’infinita battaglia di Darwin
di Emiliano Cappello
____________________________________________________________________
Ci sono battaglie che sembrano non avere età e lasciano di rado spazio alla speranza di vederne la fine. Nonostante non ci siano sangue e armamenti distruttivi, le conseguenze di questi scontri hanno effetti molto gravi per periodi illimitati. La religione e la scienza sono state nemiche giurate per secoli, e protagoniste d’infiniti contrasti.
Ancora oggi la teoria dell’evoluzione, la colonna portante della biologia moderna, riceve continui assalti dai fronti più disparati. In tutto il mondo siamo di fronte ad una inconcepibile riscossa antievoluzionista, che vanta la potente arma dell’ignoranza: nonostante le evidenze che la scienza porta, vi sono milioni di persone ancora legate alla concezione creazionista classica, basata sull’interpretazione letterale della Bibbia. PPer renderci conto della portata del fenomeno è necessario prendere in considerazione alcuni dati interessanti. Secondo un’indagine sociologica, più del 50% degli americani è convinta che la Genesi sia l’unica verità, e il grande supporto politico ed economico di cui gode il movimento creazionista ha portato a dei risultati concreti. In molti Stati, quali il Nebraska, l’Ohio, l’Alabama e il New Mexico, lo studio della teoria evoluzionista è affiancato al creazionismo, messo sullo stesso piano; nel Kansas, invece, la biologia darwiniana è stata messa al bando e radicalmente sostituita dal testo biblico. In più vorrei sottolineare la dichiarazione fatta dall’attuale presidente George W. Bush, il quale ammette di essere favorevole all’insegnamento scolastico del disegno intelligente, una varatio molto di moda del creazionismo. Nella vecchia e saggia Europa le cose vanno poco meglio. In particolare, in Inghilterra molte scuole religiose, che sono finanziate dallo Stato, hanno eliminato ogni riferimento all’evoluzione dai loro programmi scolastici. E neanche l’Italia sfugge ai sintomi di questa sindrome da medioevo: il 25% degli italiani è molto ingenuo, affermando di credere alla lettera alla favola di Adamo ed Eva. Nel 2003, addirittura, l’onorevole di Alleanza Nazionale Pietro Carullo ha promosso, insieme ai giovani di Alleanza Studentesca, la “Settimana Antievoluzionista”. Ma il fatto più eclatante ha riguardato il Governo della Repubblica in persona, almeno quello uscente di centrodestra. Il decreto legislativo del 19 febbraio 2004 cancellava dai programmi scolastici d’insegnamento delle scuole medie ogni riferimento alle teorie evoluzioniste; il conseguente putiferio scatenato dagli scienziati, anche cattolici, costrinse l’ex ministro Moratti a nominare una commissione di saggi, presieduta da Rita Levi Montalcini, incaricata di dare un parere riguardo la faccenda. Ovviamente fu chiesto di reinserire il darwinismo nei programmi il prima possibile. Episodi del genere non possono essere sottovalutati
Ogni tentativo di negare evidenze scientifiche è un attentato allo sviluppo culturale dell’intera umanità. Dopo quasi 150 anni di studi, i principi base della teoria esposta per la prima volta da Darwin sonosono dimostrati da una
immensa mole di prove schiaccianti. A queste evidenze si è in parte arresa persino la Chiesa cattolica ufficiale. Il 22 ottobre del 1996, Karol Wojtyla affermò nel messaggio alla Pontificia Accademia delle scienze: “Nuove conoscenze conducono a non considerare più la teoria dell’evoluzione come una mera ipotesi…” Altri membri autorevoli della Santa Sede, quali il cardinale Paul Poupard, o monsignor Gianfranco Basti, hanno difeso in varie occasioni la scienza dai fondamentalisti. Anche con Roma però, la questione rimane apera : la Chiesa cercherà sempre un improbabile compromesso tra scienza empirica e metafisica teologica.
Gli argomenti portati a difendere il credo religioso sono i più disparati. Classico è il modo di sfruttare a proprio favore la definizione di teoria che, com’ è noto, significa ipotesi. Tuttavia, quando si parla di argomenti scientifici, per teoria s’intende verità dimostrata da fatti, e può essere modificata o sostituita solo alla luce di prove più forti e convincenti; in genere si tratta di verità che il nostro occhio non può osservare direttamente, ma rivelate da fenomeni ad esse correlati. Vorrei amichevolmente ricordare a quei “furboni” che giocano con i termini scientifici per avallare le loro scemenze, che l’elettricità, la relatività, la tettonica delle placche, la struttura dell’atomo, l’orbita terrestre intorno al sole, e altre, sono tutte teorie. Il breve spazio a disposizione mi impedisce una trattazione dettagliata della teoria e dei suoi, a mio parere, invacillabili fondamenti; desidero però far presente che ogni branca delle scienze biologiche fornisce elementi in grado di dimostrare la certezza dell’intuizione di Darwin. Studi di genetica, citologia, anatomia comparata, microbiologia, biogeografia, etologia non lasciano dubbi sui principi fondamentali della teoria dell’evoluzione."
MA quanto sono stronzo?
Ma Dio Cristo! Ma si può? Ho invertito le date di due esami maremma porca maiala! Spero che mi pigli per l'orale anche se la lista è chiusa!
domenica 11 febbraio 2007
Le percezioni ingannano...o meglio, illudono.
Giusto un'altra, se vogliamo, "prova" della costruzione che la mente fa della realtà. Questa volta non si basa sulle nostre convinzioni e credenze bensì sulle nostre percezioni. Anche qui possiamo incontrare una variante di quel principio di economia di cui vi parlavo nell'ultimo post.
Considerate la figura in alto. Chiudete l'occhio destro, ponetevi ad una distanza dal computer di circa 30 cm e con l'occhio sinistro fissate il cane(?) chiuso nella gabbia. Fatto? Bene, ora allontanatevi o avvicinatevi lentamente: ad una certa distanza vedrete che il gattino a sinistra scomparirà.
Quel gattino è caduto nella macchia cieca dell'occhio sinistro, una piccola area della retina priva di recettori, un'imperfezione causata dal nervo ottico in cui esce dal bulbo oculare per collegarsi alla retina.
La cosa interessante però non è tanto il fatto che il gattino scompare quanto il fatto che noi non percepiamo un'ombra scura o un buco. D'altra parte non ci sono recettori. Perchè non percepiamo un buco? La regione del gattino è "riempita" dal colore dello sfondo, un fenomeno che David Brewster, fisico brittannico vissuto nella prima metà dell'ottocento, attribuì a Dio...
Altra cosa interessante ( ora non ho un'immagine per questo vedrò di procurarmela) anche una linea retta che attraversa la macchia cieca non è tagliata nel centro. Immaginatevi 1 linea retta di un cm di diametro divisa da uno spazio. Se si fa coincidere questo spazio con la macchia cieca si riuscirà a percepire la linea come se fosse unita! E' come se il cervello considerasse improbabile l'eventualità che due linee corte si trovino per caso sui due lati della macchia cieca. Le cellule dei centri visivi si attivano come se la barra fosse completa, e quindi si vede una linea continua.
"La nostra percezione del mondo dipende in modo sorprendente dalle IPOTESI DEL CERVELLO. Un'immagine bianca con forma ovale che eccita la nostra retina potrebbe essere generata da un uovo, da un disco piatto perfettamente circolare e inclinato, oppure da un numero infinito di forme intermedie, ciascuna con il giusto grado di angolazione. Eppure il cervello punta diritto alla risposta giusta. Come fa? Ricorrendo inconsciamente a IPOTESI sulla statistica del mondo naturale, supposizioni che si possono svelare con le illusioni visive.
Il modo in cui il cervello affronta i vuoti inspiegabili nell'immagine della retina, il cosidetto "processo di riempimento", è un esempio sorprendente di quanto detto, e potete verificarlo con la macchia cieca del vostro occhio.
Molti esperimenti dimostrano che, mentre si esamina il mondo, il nostro cervello incamera poche informazioni ma ne fornisce molte. La ricchezza della nostra esperienza individuale è in BUONA PARTE ILLUSORIA, al punto che noi "vediamo" molto poco e ci affidiamo a una congettura plausibile. Il resto lo fa lei."
sabato 10 febbraio 2007
Quello che ti frega...
Ormai si sta consolidando sempre più in me l'idea che quella "cosa" che più ci fotte nella vita è quella "cosa" che in psicologia sociale cognitiva viene chiamata "principio di conservatorismo". Prima qualche considerazione. A mia piacevole sorpresa ho scoperto che l'intera psicologia sociale si fonda sul construttivismo, tanto che sto leggendo ora:
"Due assiomi fondamentali della psicologia sociale sono: a) le persone si costruiscono una loro realtà e b) le influenze sociali sono pervasive"
"Ciò che ognuno di noi considera reale non è altro che la sua personale costruzione della realtà, plasmata in parte dai processi cognitivi, le modalità con cui lavora la nostra mente - e in parte dai processi sociali, gli input provenienti dagli altri individui, la cui presenza può essere effettiva o immaginaria".
Ora in natura vige una regola che, a parer mio, è la principale fonte di tutte le nostri problemi, o dei miei per lo meno. Ovvero il principio di economia per il quale la natura agisce in modo tale da "produrre" il minor spreco di energia. Anche nell'evoluzione ciò avviene. I cambiamenti sono funzionali all'adattamento. Il mito per cui noi usiamo solo il 10% del nostro cervello è, per l'appunto, un mito, perchè non avrebbe alcun senso che la natura ci avesse dotato di un cervello che non usiamo interamente. Sarebbe uno spreco. E la natura non ama gli sprechi. Mi dispiace quindi a chi crede che in quel 90% di cervello non utilizzato si celino chissà quali meraviglie, telecinesi, forza"psichica", o quant'altro. In realtà noi usiamo il 100% del nostro cervello. Solo non tutto assieme. A volte usiamo quel 25%, in un'altra occasione l'altro 15%.
Quindi penso che naturalmente un sistema sia portato ha raggiungere uno stato di quiete. Quando intervengono delle forze che minacciano questa quiete avvengono delle trasformazioni atte a raggiungere un nuovo stato di quiete. Pensiamo ai muscoli. Sarà capitato a tutti di fare ginnastica, di andare in palestra, di fare movimento o esercizio fisico dopo una lunga pausa di inattività. E di sentire, magari il giorno dopo, una serie di dolori per tutto il corpo. Ma dopo un mese di esercizi i dolori scompaiono e i muscoli si comiciano a sviluppare. C'è stato un cambiamento quindi. Ma ciò a portato dolore, nella fattispecie dovuto a quelle microlesioni che si formano nei muscoli.
Una cosa del genere accade anche nel cervello. Anche il cervello tende a rimanere in uno stato di quiete e, assai difficilmente, ama cambiare.
E' il noto principio di conservatorismo: " è il principio in base al quale la visione del mondo degli individui e dei gruppi è lenta a cambiare e incline a perpetuare se stessa. Gli esempi di conservatorismo sono quasi IFINITI: le prime impressioni che ci facciamo delle persone in cerca di lavoro, gli stereotipi che nutriamo riguardo ad altri gruppi o la preferenza che accordiamo a quella marca di cioccolata che nostra madre comprava sempre. In tutti questi casi e in altri ancora il principio è lo stesso: le conoscenze, una volta stabilitesi, tendono a perpetuare se stesse."
Ecco cosa ci frega! Ecco perchè è così difficile cambiare! Non dico solo per "migliorarsi" ma, per dirla come George Kelly, almeno per "rendere la nostra vita più interessante".
Ecco perchè spesso le "buone intenzioni" finiscono in malora! Perchè siamo portati NATURALMENTE a portarle in malora, SE quest' ultime comportano un cambiamento di ciò che SIAMO. Ma ciò che SIAMO è il risultato di ciò che VOGLIAMO VEDERE e di come gli ALTRI CI VEDONO.
"La visione che una persona ha del mondo è almeno in parte un riflesso colto negli occhi degli altri".
Ma allora tutti coloro che partono per un lungo viaggio alla ricerca di se stesse sbagliano l'intenzione di fondo. Non dovrebbero andare alla ricerca di quello che sono ma di quello che ancora NON sono.
Ed ecco il trucco!
Occorre fare quello che NON vogliamo fare. Ogniqualvolta una situazione ci fa a sentire a disagio, ci provoca una sensazione di malessere, ci spaventa, ecco allora quelle stesse sensazioni sono un'OTTIMA ragione per fare quelle cose che ci provocano queste sensazioni.
E penso che questo sia il grado più alto di libertà che una persona possa raggiungere. Si libera della natura, dell'ambiente, e di sé stesso.
"Due assiomi fondamentali della psicologia sociale sono: a) le persone si costruiscono una loro realtà e b) le influenze sociali sono pervasive"
"Ciò che ognuno di noi considera reale non è altro che la sua personale costruzione della realtà, plasmata in parte dai processi cognitivi, le modalità con cui lavora la nostra mente - e in parte dai processi sociali, gli input provenienti dagli altri individui, la cui presenza può essere effettiva o immaginaria".
Ora in natura vige una regola che, a parer mio, è la principale fonte di tutte le nostri problemi, o dei miei per lo meno. Ovvero il principio di economia per il quale la natura agisce in modo tale da "produrre" il minor spreco di energia. Anche nell'evoluzione ciò avviene. I cambiamenti sono funzionali all'adattamento. Il mito per cui noi usiamo solo il 10% del nostro cervello è, per l'appunto, un mito, perchè non avrebbe alcun senso che la natura ci avesse dotato di un cervello che non usiamo interamente. Sarebbe uno spreco. E la natura non ama gli sprechi. Mi dispiace quindi a chi crede che in quel 90% di cervello non utilizzato si celino chissà quali meraviglie, telecinesi, forza"psichica", o quant'altro. In realtà noi usiamo il 100% del nostro cervello. Solo non tutto assieme. A volte usiamo quel 25%, in un'altra occasione l'altro 15%.
Quindi penso che naturalmente un sistema sia portato ha raggiungere uno stato di quiete. Quando intervengono delle forze che minacciano questa quiete avvengono delle trasformazioni atte a raggiungere un nuovo stato di quiete. Pensiamo ai muscoli. Sarà capitato a tutti di fare ginnastica, di andare in palestra, di fare movimento o esercizio fisico dopo una lunga pausa di inattività. E di sentire, magari il giorno dopo, una serie di dolori per tutto il corpo. Ma dopo un mese di esercizi i dolori scompaiono e i muscoli si comiciano a sviluppare. C'è stato un cambiamento quindi. Ma ciò a portato dolore, nella fattispecie dovuto a quelle microlesioni che si formano nei muscoli.
Una cosa del genere accade anche nel cervello. Anche il cervello tende a rimanere in uno stato di quiete e, assai difficilmente, ama cambiare.
E' il noto principio di conservatorismo: " è il principio in base al quale la visione del mondo degli individui e dei gruppi è lenta a cambiare e incline a perpetuare se stessa. Gli esempi di conservatorismo sono quasi IFINITI: le prime impressioni che ci facciamo delle persone in cerca di lavoro, gli stereotipi che nutriamo riguardo ad altri gruppi o la preferenza che accordiamo a quella marca di cioccolata che nostra madre comprava sempre. In tutti questi casi e in altri ancora il principio è lo stesso: le conoscenze, una volta stabilitesi, tendono a perpetuare se stesse."
Ecco cosa ci frega! Ecco perchè è così difficile cambiare! Non dico solo per "migliorarsi" ma, per dirla come George Kelly, almeno per "rendere la nostra vita più interessante".
Ecco perchè spesso le "buone intenzioni" finiscono in malora! Perchè siamo portati NATURALMENTE a portarle in malora, SE quest' ultime comportano un cambiamento di ciò che SIAMO. Ma ciò che SIAMO è il risultato di ciò che VOGLIAMO VEDERE e di come gli ALTRI CI VEDONO.
"La visione che una persona ha del mondo è almeno in parte un riflesso colto negli occhi degli altri".
Ma allora tutti coloro che partono per un lungo viaggio alla ricerca di se stesse sbagliano l'intenzione di fondo. Non dovrebbero andare alla ricerca di quello che sono ma di quello che ancora NON sono.
Ed ecco il trucco!
Occorre fare quello che NON vogliamo fare. Ogniqualvolta una situazione ci fa a sentire a disagio, ci provoca una sensazione di malessere, ci spaventa, ecco allora quelle stesse sensazioni sono un'OTTIMA ragione per fare quelle cose che ci provocano queste sensazioni.
E penso che questo sia il grado più alto di libertà che una persona possa raggiungere. Si libera della natura, dell'ambiente, e di sé stesso.
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