mercoledì 18 febbraio 2009

Emendamento d'Alia

di Vittorio Zambardino

Speriamo che la questione non si faccia solo per amatori, perché non lo è proprio. Nel dibattito aperto dall’approvazione
dell’emendamento del senatore D’Alia interviene oggi il deputato del Pdl Roberto Cassinelli e annuncia con un comunicato (si può leggere per intero qui) che proporrà di modficare in modo sostanziale l’articolo “ammazzafacebook” (ma in realtà ammazzainternet) di D’Alia - l’emendamento prevede che nei casi di contenuti che integrano la fattispecie dell’ istigazione a delinquere e apologia di reato, il ministro dell’interno ordini ai fornitori di accesso internet di rimuovere le pagine incriminate, e non potendosi far ciò si oscuri anche il sito per intero, quindi oscurando i contenuti di tutti.

Va sottolineato che mentre il testo di D’Alia è già approvato, e deve passare alla Camera, quella di Cassinelli è un’intenzione che dovrà cercarsi sostegno e voti in aula.

La proposta Cassinelli: decide il giudice, non il governo. La pagina la cancella l’autore del reato o il proprietario della piattaforma

Così dal comunicato: “il nuovo testo è stato scritto insieme a giuristi e tecnici esperti della materia, e mira a correggere i troppi errori pratici contenuti nell’articolo 50”. L’emendamento Cassinelli prevede che sia l’autorità giudiziaria (e non più il Ministro dell’interno) a disporre la rimozione (e non più l’oscuramento) del contenuto incriminato. Rimozione a cui deve provvedere l’autore del reato o, in seconda battuta, il fornitore del servizio di hosting ma, come è scritto a chiare lettere, solo quando vi sia “la possibilità tecnica di procedervi senza pregiudizio per l’accessibilità a contenuti estranei al procedimento”. Non sarà possibile, quindi, mettere in atto un “filtraggio” (termine utilizzato nel testo del senatore D’Alia) di un intero sito pur di impedire l’accessibilità ad un contenuto illegale, anche se isolato. E, soprattutto, non saranno più gli ISP (ovvero i fornitori di connettività internet) a dovere provvedere all’oscuramento”

Cosa succede adesso?

Succede che si deve aspettare l’arrivo del Decreto sicurezza, che contiene l’articolo proposto da D’Alia, alla camera dei deputati. Non è difficile immaginare che la soluzione Cassinelli vada bene sia agli internet service provider che ai “proprietari della piattaforma”, a Google, a Facebook, ai titolari dei portali.

Altra faccenda è che vada bene in assoluto, perché comunque descrive una disciplina stretta dei contenuti espressi in internet. Certo già escludere l’abominio del ministro di polizia che, su segnalazione della magistratura, si occupa di cosa è giusto scrivere in internet e cosa no, sarebbe molto importante. Ma ricordiamoci che in questo momento “l’abominio” è legge, non il testo Cassinelli.

E poi il problema, che riguarda anche la formulazione Cassinelli, è che una volta rimessa nelle mani del giudice la potestà di ordinare la cancellazione di un contenuto, non ci resta che farci altre domande.

Come viene definito l’ambito nel quale interviene il giudice? Il senatore D’Alia lo collocava all’interno dell’istigazione a delinquere e l’apologia di reato. Vasta definizione: che inneggiare a Riina possa essere apologia di reato è (quasi, quasi…) pacifico, ma in altri casi?

Se si fa una legge che prescrive ai medici di denunciare gli immigrati clandestini che a loro si rivolgono per essere curati, e io scrivo in una pagina Facebook che quella legge fa schifo e invito i medici a non ubbidire a quella prescrizione di legge, la mia è istigazione a delinquere? O sto esercitando il diritto, costituzionalmente garantito, di esprimere il mio pensiero in una critica politica verso una decisione del governo?

E se dico che a un’altra Eluana dovrebbero staccare il sondino, a legge sul testamento biologico approvata, istigo a delinquere?

E se dico che la legge che manda in carcere i giornalisti che pubblicano le intercettazioni è liberticida, sto esprimendo una mia opinione? O sto commettendo un reato?

Non sarebbe meglio ricordare a tutti noi che il reato d’opinione è un abominio?

L’onorevole Cassinelli converrà che non tutto si risolve con un emendamento, anche se il suo è un buon testo e risana un guaio che è stato fatto.

Ma la questione della libertà di espressione in rete è semplicemente la questione della libertà di espressione nella società italiana. Certo è sempre possibile prendere la via gandiana, commettere il reato, andare in galera e aprire lo scandalo di una legge che fa schifo. Ma poi la gente guarda il Gf9 e io resto in galera. E non si può pretendere che tutti siano eroi.

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